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Milano, strage di cani “corrieri” della droga

MILANO – Gli animali, tutti di grossa taglia, prima di partire, erano sottoposti a operazioni chirurgiche che permettevano di stipare nel loro intestino ovuli di cocaina purissima.

Nell’intestino degli animali era
nascosta la cocaina, proveniente dai “cartelli” colombiani e messicani
Nascondevano la cocaina, proveniente dai “cartelli” colombiani e messicani, nelle viscere di cani di grossa taglia, che all’arrivo in Italia venivano uccisi per recuperare la droga. Gli animali, prima di partire, erano sottoposti a operazioni chirurgiche che permettevano di stipare nel loro intestino ovuli di cocaina purissima. Il macabro particolare è emerso dalle indagini degli agenti del Commissariato Mecenate di Milano, che sin dalle prime ore della mattinata stanno eseguendo 75 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di 57 maggiorenni e 18 minorenni, nella quasi totalità cittadini dell’America Latina, tutti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di stupefacenti e detenzione di armi.

Uno dei membri della gang, localizzato in Spagna, a carico del quale è stato emesso mandato di arresto europeo, è ricercato sul territorio di Barcellona. Contestualmente sono state eseguite sul territorio di Milano e provincia nonché nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Roma e Varese numerose perquisizioni domiciliari a carico di persone orbitanti nell’ambito delle organizzazioni criminali, dove è stato sequestrato materiale di interesse investigativo. Nello stesso contesto sono state denuciate in stato di libertà altre 112 persone, rispettivamente 98 maggiorenni e 14 minori. L’indagine, eseguita dal commissariato di Pubblica Sicurezza «Mecenate», vede coinvolti numerosi gruppi di giovani di origine sudamericana riconducibili al fenomeno delle cosidette «pandillas» di ispirazione latinoamericana, ed è la naturale prosecuzione di una prima attività conclusa con l’emissione di 30 ordinanze di custodia cautelare eseguite il 7 febbraio 2012, a carico di altrettanti soggetti ritenuti gravemente indiziati di tentati omicidi, rapine ed estorsioni. La successiva attività svolta dagli investigatori del commissariato Mecenate, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso di accertare che alcune delle «pandillas» attive sul territorio milanese sono organizzate alla stregua di vere e proprie associazioni per delinquere, gerarchicamente orientate, finalizzate alla commissione di un numero indeterminato di reati.

È stata per la prima volta dimostrata l’esistenza del vincolo associativo all’interno delle cosidette «pandillas» evidenziando che, nell’ottica di queste organizzazioni criminali, i singoli reati commessi rientrano in un più ampio programma criminoso e sono funzionali sia alla conquista del territorio, che passa attraverso l’eliminazione fisica di appartenenti alle bande rivali, sia al reperimento delle risorse economiche necessarie per la vita e l’espansione dell’associazione stessa. Sotto questo secondo aspetto, l’attività investigativa ha permesso di accertare che il traffico di stupefacenti avviene attraverso contatti diretti tra le organizzazioni criminali oggetto di indagine e i «cartelli» colombiani messicani mediante l’ingegnoso e macabro sistema di trasporto della sostanza stupefacente attraverso i cani, inconsapevoli vettori. La droga prima di essere collocata nel ventre dei cani veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone per essere impenetrabile ai raggi X dopodiché ancora nel cellophane e in uno scotch di vinile nero, ancor più resistente ai raggi X. L’involucro era così pronto per essere inserito nei cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador.

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CANI COME CAVIE! E non solo loro…

Le multinazionali del tabacco messe a confronto, entrambe ammettono la sperimentazione su animali vivi. Trovate tutto nero su bianco nei loro siti internet Philip Morris fa i test sugli animali nei suoi laboratori, ma cercando di «ridurre dolore e sofferenza al minimo» mentre  BAT (British American Tobacco) spiega che la loro azienda non fa il “lavoro sporco”, ma lo appalta a società specializzate.
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Ogni giorno migliaia di cani, gatti, maiali, agnelli, galline, scimmie, ratti, criceti vengono torturati con congegni e maschere, immobilizzati su sedie di contenzione o rinchiusi in contenitori-bara per esperimenti orribili ed inutili.
Ai cani Beagle vengono fatti dei buchi nella gola attraverso i quali sono forzati ad inalare fumo da sigarette concentrato, fino alla morte prematura. Alle scimmie vengono somministrati nicotina e additivi ad alte dosi, che vengono inalati, ingeriti, spalmati sulla pelle. Animali gravidi sono imprigionati in gabbie strettissime per studiare l’effetto della nicotina sui feti.
Roditori costretti a respirare fumo concentrato, rinchiusi nei loro contenitori-bara. La BAT ha ammesso che topi, ratti e criceti vengono utilizzati nelle sue ricerche.

I tests sugli animali sono vietati in Gran Bretagna, ma non negli Stati Uniti e nell’UE. Il maggiore centro per i test sugli animali per conto di Big Tobacco è la Covance, che si trova in USA nello stato della Virginia.
Potete trovare tutti gli orrori di questo centro sul sito www.covancecruelty.com
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I test sono fatti per contrastare chi dice che il fumo fa male, per minimizzare la gravità delle malattie legate al consumo di sigarette. Tutto questo viene fatto negando ciò che la comunità scientifica sa già da molto tempo grazie a studi di epidemiologia, che non fanno uso di animali. Ma il vero scopo è lo studio dei possibili effetti collaterali di nuovi additivi chimici finalizzati a rendere la sigaretta sempre più «buona».
La British American Tobacco si limita, a suo dire, alla tortura di topi, ratti, criceti, precisando che non si tratta di una cosa di «routine»: «Preferiamo non testare i nostri prodotti sugli animali, e attualmente non lo facciamo di routine … quando non vi è valida alternativa, i test su animali che coinvolgono roditori da laboratorio possono essere necessari occasionalmente … nessuno dei nostri laboratori dispone delle attrezzature per lavorare con animali vivi, pertanto i test su animali vengono affidati ad organizzazioni di ricerca esterne».
Mentre Philip Morris afferma: «Limitiamo i nostri studi sugli animali alle occasioni in cui non vi sono alternative percorribili … continueremo a cercare modi per utilizzare alternative ai test sugli animali, quando possibile … se potessimo fare ricerca senza ricorrere agli studi sugli animali, la faremmo, allo stato attuale, non ne siamo in grado … usiamo il minimo numero di animali necessario per ottenere risultati validi … usiamo le procedure meno invasive per ridurre al minimo dolore e sofferenza».

Queste le sigarette “testate” sugli animali:
Philip Morris: Marlboro, L&M, Bond Street, Philip Morris, Chesterfield, Fortune, Parliament, Sampoerna A, Lark, Morven Gold, Dji Sam Soe, Next, Optima, Red & White, Muratti, Diana, Merit, Sampoerna Hijau, Champion, Virginia Slims, Apollo-Soyuz, Hope, Delicados, Benson & Hedges, Longbeach.
British American Tobacco: Lucky Strike, Pall Mall, MS, Vogue, Dunhill, Alfa, Bis, Brera, Colombo, Cortina, Esportazione, Eura, HB, Kent, Lido, MS Club, Mundial, Nazionale, Nazional, N80, Rothmans, SAX, Musical, St.Moritz, Stop, Super.

Ma ci sono anche laboratori etici dove non si sperimentano sostanze su esseri viventi, uno di questi è la Yesmoke dove le sigarette vengono “fumate” dalle smoking machines per misurare la presenza e i livelli delle sostanze maggiormente dannose alla salute di un gran numero di marche di sigarette. La ricerca della Yesmoke è finalizzata alla riduzione dei livelli delle sostanze dannose che sono presenti di natura nel tabacco, mediante lo studio di differenti processi di lavorazione.
La Yesmoke non ha alcun interesse a negare o sminuire i danni alla salute provocati dalle sigarette, tantomeno per mezzo di discutibili ricerche che utilizzano animali vivi. Al contrario l’azienda fa della «controinformazione» sull’argomento uno dei suoi cavalli di battaglia, pubblicando sul proprio sito internet un’ampia documentazione sui danni provocati dal consumo di sigarette e dal fumo passivo, con testi, immagini e video.Quindi perchè non prendere due piccioni con una fava? Salvate la vostra vita e quella degli animali da laboratorio smettendo di fumare!

L’aLe

Classifica dei 10 animali più amati in Italia!

In Italia circa il 41% delle famiglie possiede un animale domestico: al primo posto i cani – da sempre i migliori amici dell’uomo -, seguiti da gatti, pesci e tartarughe.

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Ma al di là della spesa d’acquisto, che può raggiungere cifre stellari per chi sceglie razze particolarmente esclusive (Big Splash, un mastino tibetano di 11 mesi, a marzo 2011 è entrato Guinnes dei Primati come “cane più caro al mondo”: un miliardario cinese l’ha infatti acquistato per oltre un milione e mezzo di dollari), quali sono gli animali più costosi a livello di cure veterinarie? Senza parlare dei costi quotidiani per cibo, lavaggi e accessori vari…

A calcolarlo è stato il sito americano PetInsuranceComparison.net, che ha stilato la top ten delle razze che richiedono le maggiori spese veterinarie annuali. Le cifre sono naturalmente in dollari e basate sui costi medi americani, dove la percentuale delle famiglie che hanno scelto la compagnia di un animale domestico sale al 62%.

Al primo posto il Rotweiller, che nonostante l’aspetto imponente e l’indole estremamente protettiva nei confronti dei suoi padroni, è spesso vittima di allergie, problemi gastrici e ipertiroidismo: per lui la spesa media annuale dal veterinario è di 567,53 dollari.
Al secondo posto il Bovaro Bernese, i cui problemi di salute più frequenti sono torsione gastrica e cataratta: per lui quasi 413 dollari all’anno di  spese sanitarie.
Sul terzo gradino del podio, e primo tra i felini, il Siamese, frequentemente vittima di infezioni respiratorie, gengiviti e problemi al fegato. Ogni anno il veterinario costa in media 296 dollari.
Ancora un cane in quarta posizione, e non si tratta di un esemplare di piccola taglia – come forse ci si aspetterebbe-, ma bensì dell’Alano: calmo e pacato, ottimo per chi cerca un animale domestico di compagnia, ma piuttosto debole di salute. Budget annuale: 385 dollari.

Quinto posto per il Bulldog Inglese, con 370 dollari all’anno circa (foto in alto a sinistra), e sesto per il gatto Bengala, con oltre 364 dollari.
Seguono il Bulldog Francese (circa 355 dollari), il gatto Maine Coon(313 dollari), il Ragdoll (277 dollari, foto a destra) e il gatto Himalayano(215).

L’aLe

Dimmi che peloso hai…e ti dirò chi sei!

Due giorni fa, L’Agenzia Giornalistica Italiana ribatte una notizia che ci interessa…

(AGI) – Londra, 21 apr. – Il Chihuahua Tinkerbell di Paris Hilton potrebbe essere qualcosa di piu’ che una mascotte da sfoggiare. Secondo uno studio della Bath Spa University (Gran Bretagna) la razza del cane che si sceglie puo’ riflettere la personalita’ del padrone. Cani come quello di Paris Hilton ad esempio sarebbero legati a una personalita’ piu’ aperta a nuove esperienze, piu’ curiosa e fantasiosa. Al contrario i padroni di cani notoriamente amichevoli, come il Labrador Retriever, hanno probabilmente una personalita’ molto gradevole a chi gli sta intorno. “Scegliamo i cani che sono un po’ come noi”, ha sentenziato Lance Workman, uno degli psicologi autori dello studio presentato dalla British Psychological Society a Londra.

Gli scienziati britannici si sono interessati molto a come i tratti della personalita’ influenzano il comportamento nella vita reale. In particolare si sono concentrati sulle proprieta’ di un cane perche’ diverse ricerche precedenti hanno trovato differenze di personalita’ tra padroni di cani e non. In generale, queste ricerche hanno dimostrato che chi ha un cane di solito e’ anche una persona molto gradevole. Workman e colleghi hanno invece dimostrato che ci sono delle somiglianze tra cani e padroni. Gli studiosi hanno trovato che alcune razze possono essere associate a tipi di persone.

Per arrivare a queste conclusioni circa 1.000 padroni sono stati sottoposti a un questionario che misura quello che gli psicologi chiamano i ‘Big Five’ della personalita’: apertura, coscienziosita’, estroversione, gradevolezza e nevrosi, una misura dell’ansia.
  Per semplificare le cose, le razze canine sono state divise da Kennel Club, un’organizzazione canina che ha partecipato allo studio, in sette categorie: cani da caccia (come il Lab o golden retriever), cani da pastore (come pastori tedeschi e collies), terrier (come lo Staffordshire Bull terrier), cani toy (come i chihuahua), razze utili (come bulldog) e razze da lavoro (come il doberman). I risultati dello studio hanno rivelato che ci sono delle correlazioni tra tipo di cane e personalita’ del proprietario. Le persone che ad esempio possiedono cani da pastore o di ‘utilita” sono le piu’ estroverse. I padroni di cani da caccia e cani toy sono piu’ gradevoli. I padroni piu’ emotivamente stabili tendono invece ad avere cani come beagles e afghani. I padroni di cani toy sono inoltre quelli piu’ aperti e fantasiosi. “Cade lo stereotipo che i padroni di cani toy sono fondamentalmente persone stupide”, ha detto Workman. I risultati dello studio pero’ non servono solo a capire la personalita’ di chi possiede gia’ un cane, ma possono rivelarsi utili anche per chi stia pensando di adottarne uno. (AGI) .

L’unica mia perplessità, è legata a chi ha più cagnoli…tipo La Zia Pina e Il Nonno Theo…
Speriamo che arrivi un altro studio dedicato a chi vive la nostra stessa situazione…del tipo…
Cari Quattro Zampe, ditemi che padrone avete, e vi diremo chi siete…

L’aLe

In ufficio…con mamma e papà!

ROMA – In ufficio con l’amico a 4 zampe. Portare il cane al lavoro, vederlo fare capolino da sotto la scrivania e ogni tanto coccolarlo, è il miglior antistress. Altro che palline di gomma da strizzare e minipiste da golf. Parola di scienziati americani.
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Secondo uno studio della Virginia Commonwealth University, il migliore amico dell’uomo può fare una differenza positiva nei luoghi di lavoro riducendo lo stress e rendendo l’attività più soddisfacente anche per gli altri dipendenti. 

Lo studio. Lo stress, sottolineano gli esperti, è una delle principali cause di assenteismo fra i dipendenti e di burnout, esaurimento scatenato dal mal di lavoro, e si traduce in una significativa perdita di produttività e di risorse. Uno studio preliminare pubblicato sulla rivista International Journal of Workplace Health Management dimostra che i cani nei luoghi di lavoro possono alleviare il peso dello stress e della stanchezza durante la giornata lavorativa. Un effetto che si propaga anche ai vicini di scrivania e a chi entra in contratto con il proprietario di Fido. Tanto che in poco tempo il pet, amico personale di uno dei lavoratori, si trasforma nel cane dell’ufficio. 

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A questa conclusione i ricercatori sono approdati confrontando i dipendenti che portano i loro cani al lavoro, e i loro colleghi senza animali, in diversi campi: stress, soddisfazione sul lavoro, impegno e supporto sul fronte organizzativo. «Anche se preliminare – commenta il ricercatore principale Randolph T. Barker, professore di Management – questo studio fornisce la prima misurazione dell’effetto esercitato dai cani dei lavoratori nell’ambiente di lavoro. Questi animali nei luoghi di lavoro possono fare una differenza positiva». Lo scienziato sottolinea le «significative differenze» in termini di livelli di stress percepito tra i giorni in cui il cane era presente e quelli in cui era assente. «I dipendenti nel complesso hanno mostrato una soddisfazione sul lavoro superiore alla norma», continua l’esperto. 

Dog friendly. Lo studio si è svolto in un’azienda dog-friendly, la compagnia Replacements, sede a Greensboro e 550 dipendenti. Nella sede sono circa 20 o 30 i cani che timbrano il cartellino ogni giorno. Lo studio si è svolto in azienda durante una settimana lavorativa, in cui i dipendenti arruolati hanno partecipato a un’indagine e si sono fatti prelevare campioni di saliva. Attraverso dei cercapersone, i ricercatori li avvertivano quando era il momento di compilare le diverse indagini durante il giorno. L’analisi ha riguardato i lavoratori che portavano il cane in ufficio, quelli che invece lo lasciavano a casa e i non proprietari di pet. Gli scienziati hanno osservato una differenza tra i tre gruppi sui livelli dell’ormone dello stress, misurati attraverso i campioni di saliva al mattino.

Nel corso della giornata di lavoro, poi, lo stress autoriferito risultava diminuito per i dipendenti con cani al seguito, aumentato per i non proprietari di animali e anche per chi aveva lasciato il pet a casa. Il team ha anche osservato che lo stress aumentava in maniera significativa quando i lavoratori lasciavano a casa i loro cani, rispetto ai giorni in cui erano presenti. Durante l’esperimento, gli scienziati hanno anche notato che gli impiegati senza pet cercavano i colleghi con il cane e si interfacciavano con l’animale durante la pausa. 

Commenti. I commenti raccolti dagli scienziati sono stati tutti perlopiù positivi. C’è chi ha sottolineato che «gli animali da compagnia nei luoghi di lavoro possono essere un bonus per sollevare il morale dei dipendenti», o ancora che «è un grande antistress», che «favoriscono e aumentano il lavoro di squadra con i colleghi». La presenza di un pet si rivela dunque come «un incentivo low cost al benessere dei dipendenti», conclude lo scienziato. E’ inoltre un rimedio subito disponibile per i datori di lavoro e facile da mettere in pratica, e «può migliorare il livello di soddisfazione organizzativa e la percezione di sostegno». E’ però importante che le aziende adottino una politica che preveda “l’assunzione” «solo di animali domestici puliti e ben educati», sottolinea infine Barker, auspicando l’avvio di ulteriori ricerche con campioni di dimensioni più grandi all’interno del contesto organizzativo.

(fonte Il Gazzettino)

L’aLe

Il Medico Risponde: uno strano atteggiamento e un problema di comportamento

Buongiorno,

ho un pastore tedesco che compirà 11 anni a luglio. Da diverso tempo accade
ogni tanto che inizi a leccarsi le labbra in continuazione, producendo
ovviamente più saliva del normale. Gli episodi non sembrano legati ai pasti
perchè si verificano anche quando ha lo stomaco vuoto (ad es. un volta erano le
8 del mattino e lui aveva mangiato alle 18 della sera precedente). Generalmente
accade quando è a riposo (mai mentre sta facendo attività fisica). Non si
associano altri sintomi a questo fenomeno: il cane è tranquillo, solo magari
leccandosi continuamente non riesce a dormire, ma se ne sta comunque sdraiato .
Unica nota: 2 anni fa facendo una lastra per tutt’altro motivo, il veterinario
aveva notato che il suo stomaco è di grandi dimensioni.
Io temo ogni volta che possa essere un inizio di torsione gastrica, ma fino ad
ora il fenomeno scompare da solo dopo al massimo 1 ora.
Le chiedo cortesemente a cosa può essere dovuto il problema e quali
accorgimenti posso adottare.

RingraziandoLa anticipatamente per la disponibilità, la saluto

Sonia

Cara Sonia,

capisco la sua preoccupazione riguardo il comportamento del suo cane. Si tratta infatti di una razza di taglia grande e quindi predisposta alla sindrome della dilatazione/torsione gastrica.  Il leccamento continuo con ipersalivazione può essere infatti un segno di nausea, che può dipendere da patologie dello stomaco ma anche da altre cause.

Non avendo ulteriori indicazioni, sospetto due possibili cause di questo atteggiamento: la prima, come già detto, una gastrite che causa iperacidità (che si verifica di solito a distanza dai pasti), e determina in conseguenza ipersalivazione. La seconda è un disturbo neurologico. Potrebbe infatti trattarsi di un comportamento legato a un problema di tipo centrale. Anche una forma lieve e iniziale di crisi epilettica.

Ovviamente le ipotesi che ho suggerito si basano unicamente sulle indicazioni che lei mi ha dato nella sua e-mail. Sarebbe sicuramente utile avere più informazioni circa il comportamento generale del suo amico. Inoltre, in circostanze simili, io consiglio solitamente di effettuare un filmato del cane mentre si verifica l’atteggiamento anomalo, in modo da poterlo giudicare direttamente. Il mio consiglio quindi è quello di far avere al suo veterinario di fiducia tale filmato ( anche fatto con il telefonino è sufficiente), in modo che il collega possa avere tutte le indicazioni per trovare la causa del problema e intervenire con la terapia più appropriata.

Un saluto

Foto: http://roma.olx.it

 

 

Salve,

vorrei farle alcune domande perchè sono un po’ in difficoltà con la mia cagnolina. E’ una meticcia di 4 mesi ed è giocherellona e ubbidiente.. solo che quando arriva il momento della passeggiata, appena mi vede prendere il guinzaglio e la pettorina, scappa e va a nascondersi. Io la porto fuori comunque minimo due volte al giorno e quando è per strada o nei parchi è tranquilla e si vede che sta bene.. vorrei chiederle perchè si comporta in questa maniera. E’ normale? E’ forse troppo piccola? Posso usare qualche esercizio per farla abituare all’uscita?

La ringrazio per l’attenzione e le porgo i miei saluti.

 

Cara Francesca,

il comportamento della sua cagnolina è abbastanza comune nei cuccioli di questa età e può dipendere da fattori diversi. Potrebbe trattarsi di un atteggiamento di paura, come dalla sua descrizione mi sembra che lei pensi, oppure potrebbe trattarsi di una forma di gioco che la sua cagnolina ha instaurato con lei nel momento dell’uscita quotidiana.

Il mio consiglio, da medico non specializzato in comportamento, è quello di provare a mettere guinzaglio e pettorina alla cagnolina anche stando in casa, in modo che lei non associ questo rituale all’uscita quotidiana. Si può rafforzare questo esercizio con un premio, ad esempio le sue crocchine o altri snacks che lei gradisce e quindi trasmetterle un’associazione positiva tra il comando (mettere pettorina e guinzaglio) e la sua realizzazione.

Se questo suggerimento non dovesse bastare e questo atteggiamento continuasse a manifestarsi, le consiglio di rivolgersi al suo veterinario che le saprà indicare, se lo ritiene il caso, un professionista esperto di sua fiducia a cui rivolgersi.

Cari saluti.

Foto: http://blog.focus.it

Arriva il ciotola tour: visite gratuite in piazza per cani e gatti

ROMA – Dal 15 al 21 marzo la salute e la cura dei propri amici a quattro zampe arrivano a Roma, con Il Benessere nella ciotola tour: verranno offerte visite gratuite a cani e gatti. 
Gli incontri. Dal 15 al 17 gli incontri si svolgeranno a piazza della Repubblica; il 18 e il 19 in Viale Oceania, presso il laghetto dell’Eur, il 20 e il 21 in piazza dei Giuochi Delfici. I proprietari degli animali potranno incontrare gli informatori medico veterinari dell’azienda il Percorso di Salute, che ha l’obiettivo di fare una prima valutazione della forma fisica dell’animale attraverso il controllo del peso e dei denti. A organizzare l’evento Stagione della Prevenzione voluta da Hill’s Pet Nutrition, insieme all’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi), con il patrocinio della Federazione Nazionale Ordini Veterinari (Fnovi).
(fonte Il Messaggero)

L’aLe

IL CANE NON È UN BENE DI LUSSO!

Protestano eurodeputati, animalisti e veterinari

Cane nel redditometro, Brambilla: non e’ un lusso
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ROMA – ”Il cane non e’ un bene di lusso, ma un componente a tutti gli effetti delle nostre famiglie. Lo Stato dovrebbe sostenere i cittadini in difficolta’ contribuendo alle spese sanitarie essenziali per la cura della sua salute”.

Cosi’ l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, che con un’interrogazione al ministro dell’Economia chiede che le spese veterinarie siano escluse dall’elenco delle voci valorizzate nel nuovo redditometro.

”Tutti condividiamo l’obiettivo della lotta all’evasione, ma in un Paese civile lo Stato tende ad incoraggiare le spese dei cittadini che evitano la ricaduta sulla collettivita’ di costi sociali piu’ importanti, come quelli che comporta la lotta al randagismo, e soprattutto cerca di garantire, attraverso il sistema sanitario, un contributo alle spese che realmente gravano sulle famiglie”, dice Brambila, secondo cui il nuovo redditometro ”si muove esattamente nella direzione opposta, equiparando il veterinario ad altre voci realmente indicative di una notevole capacita’ contributiva”.

In questo modo, prosegue la parlamentare del Pdl, ”non si tiene affatto conto della funzione sociale svolta dagli animali da compagnia nelle famiglie italiane e in particolare per gli anziani che vivono soli”. ”Quello commesso dall’agenzia delle entrate – conclude Brambilla – e’ dunque un grave errore sotto il profilo culturale, sociale e metodologico, che deve essere subito corretto.

Lo chiede il fronte delle associazioni animaliste con un documento inviato oggi al premier ed al ministro della Salute, e lo chiedono milioni di italiani che dividono la loro vita con cani, gatti e altri piccoli amici”.
ANSA

L’aLe

Mese della prevenzione. Visite gratuite, e salute dei nostri amici sotto controllo!!! Correte!

Stagione della prevenzione, visite gratis!

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Si tratta di un esame generale senza utilizzo di strumenti, importante, però, per la prevenzione e soprattutto per il riconoscimento di patologie o disturbi che potrebbero necessitare di approfondimenti e cure più specifiche. Tra questi, i problemi alimentari che non sono solo parte della vita dell’uomo, ma anche di quella animale:

«Ancora una volta, Stagione delle Prevenzione – si legge in una nota – ribadisce l’importanza della prevenzione come elemento cardine per la salute e il benessere degli animali e conferma il proprio impegno nell’opera di sensibilizzazione di medici veterinari e proprietari sul problema dell’obesità nei cani e gatti».

Ad attendere i nostri animali quest’anno sarà una squadra composta da quattromila medici aderenti all’iniziativa, sparsi su tutto il territorio italiano, che metteranno a disposizione la loro competenza e il loro lavoro gratuitamente. Un numero cresciuto dell’11% rispetto al 2011.

«Proprio grazie alla loro collaborazione, siamo riusciti nel corso di questi anni a far visitare gratuitamente decine di migliaia di cani e gatti», ha detto  Stefano Roserba Marketing Manager di Hill’s Pet Nutrition Italia.

Questa del 2012 è la settima edizione della “Stagione della Prevenzione” che ha visto, nel corso degli anni, l’aumento delle visite, nonché una maggiore sensibilizzazione da parte di padroni attenti e preoccupati per la salute dei loro animali. L’anno scorso ne sono stati visitati 23mila e il 70% non presentava alcun tipo di patologia.

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Per chi volesse avere maggiori informazioni o volesse conoscere dove si trova lo studio veterinario più vicino in cui è possibile usufruire del controllo gratuito, si può visitare il sito http://www.stagionedellaprevenzione.it/
(fonte Il Quotidiano Italiano)

CANI DOTTORI…PER LA GIOIA DEI BIMBI

Il primo e’ stato Orso poi sono arrivati Nuvola e Abra.

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Non sono medici ma due barboncini ed un meticcio, ‘impiegati’ in alcuni ospedali napoletani per far valere il diritto al gioco dei bambini ricoverati, sancito dalla Carta dei diritti dei Bambini.

Per due ore, il martedi’ di ogni settimana i piccoli degenti del reparto di pediatria generale del II Policlinico dell’Universita’ Federico II di Napoli, dal 2007, hanno incontrato gli operatori di un’associazione di volontariato, Aitaca, nella quale lavorano psicologhe, addestratori e una biologa, Amelia Stichi, la fondatrice, specializzata nella fecondazione assistita che ad un certo punto della carriera ha deciso di portare sollievo con l’AAA (Attivita’ Assistita da Animali).

Il gruppo di Aitaca ha ‘misurato’ i ”benefici percepiti” dagli oltre mille bambini (tra i 3 e i 14 anni) in uno studio dal quale e’ emerso che tutti hanno avuto un ”miglioramento delle capacita’ relazionali e di interazione.

In particolare per i bambini con disturbi del comportamento si e’ registrato un incremento delle competenze linguistiche e relazionali e nei soggetti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività’ si e’ osservata una riduzione dell’iperattivita’ e un aumento dell’attenzione”.
(Il Mattino)

Ale, Nonno Theo e Zia Pina