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Dove vivono meglio i quattrozampe? Uno studio ce lo racconta.

Passi in avanti per l’Italia a quattro zampe secondo Ecosistema Animali 2011 diLegambiente.

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Stando a quanto riportato nella prima edizione dell’analisi condotta dall’associazione sui Comuni capoluogo italiani, alcuni esempi di eccellenza come Modena, Pordenone e Torino rappresentano modelli da esportare nel resto del Paese.
Secondo Legambiente
 emerge un quadro generale soddisfacente, seppur con alcune questioni che meritano ancora un maggiore impegno da parte della amministrazioni comunali italiane. Presi in considerazione diversi aspetti, dalle strutture pubbliche a disposizione per la cura e la raccolta di animali domestici randagi (cani e gatti), microchippatura per tutti i cani
, colonie feline, trasporto sui mezzi pubblici, corsi di formazione per i padroni e campagne di sensibilizzazione per favorire l’adozione di cuccioli e non da canili e gattili.
L’indagine ha previsto un invio di questionari, composti da un totale di 40 domande, ai 109Comuni italiani capoluogo di Provincia. A rispondere sono state 89 amministrazioni locali, da cui sono stati ricavati i dati contenuti nel rapporto Ecosistema Animali 2011. Come spiega Antonio Morabito, responsabile nazionale Fauna Legambiente:
Dalla nostra indagine emerge un quadro generale interessante: in Italia le competenze ci sono, come insegna l’esperienza di Torino, ma bisogna ancora fare molto, magari prendendo esempio proprio dai comuni virtuosi.
Vedendo nello specifico le aree interessate dall’indagine emerge come la mappatura del territorio per verificare la presenza di strutture di raduno di gruppo per animali
 domestici (canili, ricoveri ecc.) sia stata redatta nel 2010 dal 34,8% dei Comuni, autonomamente o con l’ausilio di associazioni e professionisti, non ha provveduto il 58,4% mentre non ha risposto il 4,4%.
Sul fronte microchip (che ricordiamo reso obbligatorio dalla legge 128/1991) risulta come nel 2010 siano state organizzate campagne di promozione nel 50,5% dei territori comunali, mentre rispondeva no il 43,8% e lascia in bianco il 5,6%. Bilancio sostanzialmente positivo per quanto riguarda la presenza di strutture ricettive per animali randagi catturati dagli addetti comunali, presenti in 78 Comuni (86,2%) su 89.
All’interno dei 78 Comuni che hanno positivamente risposto in merito alla presenza di strutture di ricezione per animali randagi risultano 8 enti locali che gestiscono le autonomamente, 40 che affidano questo compito ad associazioni convenzionate, mentre 24 a ditte o cooperative in appalto.
Buoni risultati arrivano anche dall’analisi dei servizi offerti, a cominciare dal fatto che in tutti e 78 i Comuni che hanno risposto al questionario vengono assicurati il monitoraggio e l’assistenza ai cani
 ospitati e la promozione delle adozioni, in 69 la sterilizzazione chirurgica, mentre in 44 si agisce anche attraverso la rieducazione dei cani “mordaci”.
Per quanto riguarda invece le colonie felineesiste un piano di tutela nel 68,5% dei casi, mentre negativo è stato il responso nel 29,2%. Crescente il numero dei Comuni che vietano l’esibizione a quei circhi che propongono spettacoli con animali o mostre di animali vivi. L’ordinanza restrittiva risulta emessa nel 25,8% dei casi.
Riguardo infine il rapporto tra animali etrasporto pubblico i risultati, meno positivi se messi a confronto con altri aspetti dell’indagine, mostrano una crescente attenzione alla questione. Il 66,2% rende il viaggio dei compagni domestici possibile, negativo il responso del 26,9%. Alcuni Comuni in particolare (60,6%) permettono il trasporto di quattro zampe di piccola taglia, altri (24,7) consentono il viaggio su treni
 regionali, il 3,3% su metropolitane e l’8,9% su taxi.
Come detto inizialmente tra le città che maggiormente si sono distinte per tutela e attenzione verso gli animali troviamo Modena, che dal 1998 ha istituito l’Ufficio diritti animali. Qui si gestiscono l’anagrafe canina, convenzioni con canili e gattili e il programma colonie feline (comprensivo di censimento e sterilizzazione). Molto attivo in campagne di informazione sul rapporto uomini e animali, oltre ad operare in maniera costante per favorire le adozioni dei piccoli ospiti deiricoveri comunali.
Pordenone gestisce l’anagrafe canina regionale, propone periodiche campagne informative sulla vaccinazione obbligatoria dei cani contro la rabbia e, in collaborazione conLAV, medici veterinari e azienda sanitaria, promuove corsi per migliorare il rapporto tra padroni e animali domestici. A questo si aggiungono poi le attività di promozione delle adozioni dai canili e gattili, le oltre 60 colonie feline censite e il contributo di 250 euro corrisposto ad un anno dall’adozione in caso di attestata buona salute del cucciolo.
Veniamo infine a Torino, che dispone di due canili gestiti dall’ENPA. In caso gli animali vengano identificati attraverso il microchip vengono riaffidati ai rispettivi padroni, altrimenti si segue la profilassi vaccinale e antiparassitaria. Sono 13.000 le colonie feline censite, mentre nel 2006 il capoluogo piemontese ha approvato il “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città”, poi modificato nel 2011.
Grazie a questo documento cani e gattipossono viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico se di piccole dimensioni e giudicati non pericolosi. Necessitano inoltre di museruola e devono essere trasportati in braccio o all’interno di appositi trasportini. Importante poi sottolineare come per gli amici a quattro zampe il biglietto non sia richiesto.

Riguardo infine il rapporto tra animali etrasporto pubblico i risultati, meno positivi se messi a confronto con altri aspetti dell’indagine, mostrano una crescente attenzione alla questione. Il 66,2% rende il viaggio dei compagni domestici possibile, negativo il responso del 26,9%. Alcuni Comuni in particolare (60,6%) permettono il trasporto di quattro zampe di piccola taglia, altri (24,7) consentono il viaggio su treni
 regionali, il 3,3% su metropolitane e l’8,9% su taxi.
Come detto inizialmente tra le città che maggiormente si sono distinte per tutela e attenzione verso gli animali troviamo Modena, che dal 1998 ha istituito l’Ufficio diritti animali. Qui si gestiscono l’anagrafe canina, convenzioni con canili e gattili e il programma colonie feline (comprensivo di censimento e sterilizzazione). Molto attivo in campagne di informazione sul rapporto uomini e animali, oltre ad operare in maniera costante per favorire le adozioni dei piccoli ospiti deiricoveri comunali.
Pordenone gestisce l’anagrafe canina regionale, propone periodiche campagne informative sulla vaccinazione obbligatoria dei cani contro la rabbia e, in collaborazione conLAV, medici veterinari e azienda sanitaria, promuove corsi per migliorare il rapporto tra padroni e animali domestici. A questo si aggiungono poi le attività di promozione delle adozioni dai canili e gattili, le oltre 60 colonie feline censite e il contributo di 250 euro corrisposto ad un anno dall’adozione in caso di attestata buona salute del cucciolo.
Veniamo infine a Torino, che dispone di due canili gestiti dall’ENPA. In caso gli animali vengano identificati attraverso il microchip vengono riaffidati ai rispettivi padroni, altrimenti si segue la profilassi vaccinale e antiparassitaria. Sono 13.000 le colonie feline censite, mentre nel 2006 il capoluogo piemontese ha approvato il “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città”, poi modificato nel 2011.
Grazie a questo documento cani e gattipossono viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico se di piccole dimensioni e giudicati non pericolosi. Necessitano inoltre di museruola e devono essere trasportati in braccio o all’interno di appositi trasportini. Importante poi sottolineare come per gli amici a quattro zampe il biglietto non sia richiesto.

Il Regolamento consente il transito e l’attendamento di circhi con animali secondo norme CITES, seppur dal 1 febbraio 2013 vieterà l’esposizione e impiego di animali esotici come elefanti, orsi, primati e altri ancora. Il direttore generale di Legambiente
Rossella Muroni sottolinea infine proprio questo aspetto, rimarcando come l’Italia disponga di amministrazioni virtuose da promuovere e lodare:
Emerge con evidenza da Ecosistema Animali che serve un maggiore impegno delle amministrazioni comunali per ridurre il numero di animali abbandonati, che patiscono sofferenze e divengono involontari protagonisti di molti problemi: le buone pratiche già in campo dimostrano che è possibile farlo e, nel medio periodo, anche producendo un risparmio per la casse comunali. Anche per gestire meglio gli animali in città fare cultura, facendo crescere maggiore consapevolezza e responsabilità da parte dei singoli cittadini, è premessa insostituibile per ridurre nel tempo, significativamente, costi e problemi per la pubblica amministrazione.

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Anche i cani-poliziotto vanno in pensione

Felix, Simba, Watson e Furio… “congedati” al Family Day di Torino. Hanno un’età compresa tra gli 11 e i 13 anni e sono andati in pensione dopo un’ultima esibizione sul prato della caserma del V Reparto Mobile in occasione dei festeggiamenti per San Michele Arcangelo, patrono della polizia.

Nella loro carriera sono stati dei veri esempi, ligi al dovere e pronti a collaborare al fianco dei loro compagni umani specializzati in operazione di anti-terrorismo. L’ispettore Franco Muccione, membro importante dell’Unità cinofila della polizia torinese ci tiene a precisare: “…che questi cani vanno in pensione, ma rimangono affidati ai loro “conduttori” o comunque a persone selezionate. Come è possibile notare, sono tutti in buona forma fisica e psicologica. La loro vita proseguirà con le stesse cure che hanno ricevuto fino a questo momento. Teniamo alla loro salute“.

Sono animali addestrati in modo ferreo ma ai quali non viene mai negata la giusta dose di  coccole e ricompense… se portano a termine il loro lavoro però. Il legame che si instaura  col proprio “conducente” è di importanza vitale e di una profondità fuori dal comune; solo così possono riuscire in ogni operazione senza errori, fianco a fianco, aiutandosi a vicenda. Come quando nel 2007 riuscirono a scovare documenti e armi delle nuove BR sepolti in dei barili a più di un metro sotto terra.

fonte | lastampa.it