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Il Medico Risponde: Il mio cane tossisce, che fare?

 

Abbiamo già parlato di come i problemi cardiaci possono essere causa di tosse e di come è possibile diagnosticarli e gestirli in base alla loro gravità con una terapia adeguata.

La tosse e la difficoltà a respirare (dispnea) sono sintomo anche di malattie che colpiscono l’apparato respiratorio.

Nelle razze definite “brachicefale” per la particolare conformazione del cranio (ad esempio Boxer, Mastino, Carlino, Bulldog, ecc.) la difficoltà a respirare e i rumori respiratori sono da considerarsi “normali” per la presenza di un restringimento fisiologico di tutte le vie aeree. Ciononostante, se non vi è una patologia, la tosse non è presente.

Quando allora bisogna preoccuparsi?

Ovviamente, come per qualsiasi altro sintomo, sono importanti la sua durata e frequenza. Una tosse che è presente da qualche giorno, persistente, magari tendente al peggioramento non è mai da sottovalutare. Tanto più se in concomitanza il nostro amico ha perso l’appetito, appare più stanco e vi sembra che respiri con più difficoltà. Bisogna ammettere che non sempre è facile accorgersi di una modificazione del respiro, in quanto di norma un cane tende a respirare affannosamente e con la bocca aperta, soprattutto quando corre, gioca ed è eccitato anche solo per la vostra presenza.

 

Le malattie dell’apparato respiratorio possono essere di diversa natura; tra le più comuni vi sono le malattie infiammatorie (laringiti, tracheiti, bronchiti, polmoniti) che possono essere su base allergica, virale, batterica e micotica. Vi è poi la filariosi cardiopolmonare, ancora molto frequente in Italia per la presenza del vettore, la zanzara …… Infine purtroppo vi sono le malattie neoplastiche che colpiscono l’apparato respiratorio primariamente o per via metastatica.

Alcune razze inoltre sviluppano una patologia definita “collasso tracheale”, che causa il restringimento del lume della trachea con conseguente tosse, difficoltà respiratoria e ipossia.

 

La diagnosi si basa come sempre sulla visita veterinaria e sul riscontro di eventuali esami collaterali, tra cui in primis le radiografie del torace.

 

La terapia dipende dalla causa e si basa sull’utilizzo di antibiotici e antinfiammatori, broncodilatatori e sedativi della tosse, impiegati soprattutto nelle forme croniche e debilitanti per dare sollievo all’animale.

 

Nelle forme più lievi iniziali, in cui vi è solo infiammazione della gola, anche ai nostri amici a quattro zampe poche gocce di propoli in un cucchiaino di miele possono dare sollievo, ovviamente se non vi sono controindicazioni all’uso di sostanze dolci (vedi obesità, diabete).

Occorre poi impedire che il cane si bagni e per quanto possibile, evitare gli sbalzi di temperatura. Anche la riduzione del peso corporeo, un adeguato movimento e la giusta umidificazione dell’ambiente possono aiutare a migliorare la sintomatologia, in particolare in quei soggetti in cui l’affezione si è cronicizzata o la risposta alla terapia è stata solo parziale.

 

Foto:http://mediastorehouse.com

Il medico risponde: mal d’orecchie


Cari amici,
cominciamo il nuovo anno parlando di un problema molto frequente nei nostri amici a quattro zampe.
Può capitare di accorgersi che il nostro cane tenga un orecchio abbassato e con la zampina cerchi di grattarselo; oppure scuota più volte la testa come a volersi liberare di qualcosa all’interno. Questi atteggiamenti sono espressione di un fastidio localizzato nelle orecchie e possono essere causati da un’infiammazione di quest’organo, l’otite.

L’orecchio del cane è composto di una parte esterna, costituita dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno che ha la funzione di raccogliere e convogliare i suoni nella parte intermedia, l’orecchio medio, il quale trasmette a sua volta il suono alla parte più interna, l’orecchio interno, formata da un labirinto osseo scavato all’interno dell’osso temporale del cranio. L’orecchio esterno e quello medio sono separati tra loro dalla membrana timpanica.
Ciascuna di queste strutture può essere colpita dalla patologia.

Nel canale uditivo è presente una flora batterica normale che in particolari condizioni e in soggetti predisposti può causare un’infezione con conseguente infiammazione, produzione di cerume e materiale purulento, cattivo odore e dolore.

Fattori predisponenti all’insorgenza di otiti sono di tipo anatomico: ad esempio razze con le orecchie pendule e canale uditivo stretto sono più predisposte in quanto l’elevata umidità favorisce la moltiplicazione di batteri e lieviti. Gli sbalzi di temperatura, la penetrazione d’acqua fredda e i traumi possono anch’essi predisporre alle infezioni del condotto uditivo.

Fattori scatenanti sono i parassiti auricolari (Otodectes spp); le forme allergiche soprattutto di tipo alimentare; la presenza di corpi estranei (vegetali) e altre malattie sistemiche che coinvolgono anche l’orecchio, quali ad esempio le malattie autoimmuni.

Perché la cura sia efficace occorre agire non solo localmente con prodotti idonei, ma eliminare anche le cause sottostanti che se non correttamente identificate causano o il fallimento della terapia o la recidiva dell’infiammazione. Nei soggetti predisposti è importante la pulizia regolare del condotto uditivo, mentre in quelli allergici è fondamentale controllare la dieta.

Se non viene trattata adeguatamente l’otite esterna può cronicizzare e attraverso il timpano coinvolgere anche la parte media dell’orecchio, con conseguenze negative sulla capacità uditiva del nostro amico.

E’ buona norma non sottovalutare atteggiamenti di fastidio e dolore a carico delle orecchie nei nostri amici, anche quando questi tendono temporaneamente a cessare. Una diagnosi precoce e la corretta terapia consentono di risolvere il problema prima che si verifichino complicanze che a lungo termine rendono difficile una completa guarigione.

Foto:http://canitalia.it